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Comune di Valdobbiadene

Valdobbiadene deve, con ogni probabilità, il suo nome al Piave, o meglio al fatto di essere localizzata fra i due rami in cui, anticamente, si divideva il fiume, come lascia intendere il toponimo “Duplavilis”. Le prime tracce delle sue origini risalgono all’età “Musteriana”, ma la notorietà storica della città è legata alla figura di S. Venanzio Fortunato, vescovo di Poitiers, illustre agiografo della tarda latinità, che qui ebbe i natali.

Di recente ristrutturazione, Piazza Marconi rappresenta il centro di Valdobbiadene. A sorvegliarla è la statua, realizzata nel 1867 da Luigi Geronazzo, raffigurante Endimione: secondo il mito, un giovane ragazzo, a cui l’amata, Selene, donò la giovinezza eterna facendolo cadere in un sonno profondo. Di grande impatto è il Duomo di Santa Maria Assunta, con la sua facciata che richiama lo stile neoclassico, risalente all’ultima ristrutturazione avvenuta alla fine del Settecento. All’interno del Duomo sono conservate preziose opere d’arte realizzate da artisti come Paris Bordon, Palma il Giovane e Francesco Beccaruzzi. Di lato, svetta l’imponente campanile progettato da Francesco Maria Preti, architetto di Castelfranco Veneto, e decorato dalla meridiana dell’abate Giovanni Follador, un orologio solare riferito al meridiano centrale d’Europa creato ed ideato proprio da lui stesso.

Salendo lungo il Viale Vittoria si raggiunge il Monumento ai Caduti delle due Guerre Mondiali. Un’opera in ferro battuto realizzata dal trevigiano Toni Benetton, uno dei maggiori scultori contemporanei, che vanta esposizioni al Congresso Mondiale dell’Arte di New York e alla Biennale di Venezia.

Un grande contributo alla città di Valdobbiadene fu apportato dalla famiglia Piva, imprenditori tessili della seta. Un esempio è la Villa dei Cedri, realizzata nei primi anni del 1800 e, oggi, edificio comunale. L’edificio è circondato da un vasto parco, all’interno del quale si trova la “Britola” Gigante: un’opera inconsueta, che richiama la tradizione contadina Veneta; il termine britola infatti si riferisce ad un piccolo coltello dalla lama ricurva, inseparabile strumento di chi vive di agricoltura.

Spicca sul centro di Valdobbiadene il colle di San Floriano, che offre un panorama spettacolare sulla vallata.
Quest’ultimo rappresenta il punto di partenza per salire verso il Monte Cesen. Da qui, infatti, è possibile proseguire a piedi, attraverso il sentiero 1007 (che porta alla località di Pianezze), ma anche in macchina o in bicicletta, percorrendo Via San Francesco.

Sul comprensorio del Cesen sono presenti numerose strade sterrate e sentieri che, con varie difficoltà e dislivelli, consentono di effettuare interessanti escursioni tra boschi, pascoli e malghe; queste ultime rappresentano un felice approdo, con i prodotti tipici a Km 0, come l’ottimo formaggio e i deliziosi insaccati.